mercoledì 18 gennaio 2023

CURIOSITA’ – Sapete perché il prezzo della carta igienica è così aumentato?


CURIOSITA’ – Sapete perché il prezzo della carta igienica è così aumentato?

I continui rincari dell’ultimo anno stanno mettendo sempre più a dura prova le tasche degli italiani. Gli aumenti di gas, carburanti e pellet hanno reso quest’ anno difficile da affrontare per le famiglie italiane, soprattutto perché di significativi aumenti degli stipendi proprio non se ne parla.

Molti prodotti sugli scaffali dei supermercati stanno diventando proibitivi e tra questi c’è un bene di cui non possiamo proprio fare a meno. Stiamo parlando della carta igienica.

Alla base dell’esponenziale aumento del prezzo della carta igienica, circa il doppio rispetto al 2021, sembra ci siano gli elevati costi di approvvigionamento della materia prima. La morbidezza e la sofficità di questo genere sanitario è dato dalla presenza di cellulosa di betulla la cui polpa è formata da fibre corte, mentre le fibre lunghe vengono utilizzate nella realizzazione di carta da imballaggio, più resistente agli strappi. La betulla è considerato un simbolo sacro in Russia, per la diffusione sul territorio e l’ampio utilizzo che se ne fa.

Ma a marzo dell’anno scorso la Russia e Bielorussia, in risposta alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti e Unione Europea, hanno proibito l’esportazione di legno di betulla e questo, unitamente al caro energia, ha generato un aumento del 45% del prezzo della polpa e una corsa delle aziende europee ad accaparrarsi la materia prima. La problematica ha causato una importante perdita di profitti soprattutto alla Scozia e alla Finlandia, da sempre i primi e i secondi produttori di cellulosa utilizzata nella produzione di tovaglioli, fazzoletti, carta igienica e altri prodotti sanitari e le cui scorte dipendono per il 10% dalla Russia. Inoltre  alcune aziende, tipo in Spagna e Francia mi pare, hanno chiuso perché la siccità ha distrutto gli alberi

La carenza della cellulosa e l’aggravio delle spese energetiche di produzione hanno spinto le aziende a produrre rotoli sempre più sottili e costosi (stratagemma aziendale chiamato “shrinkflation”) e per il prossimo futuro non sono previsti miglioramenti, anzi si paventa il rischio di irreperibilità del prodotto. Già all’inizio di settembre infatti, sono arrivate nelle nostre cartiere 1,4 milioni di tonnellate in meno di materia prima.

Gli ambientalisti suggeriscono di cogliere l’attimo per iniziare a ridurre il consumo di questo bene poiché  si stima che ogni italiano ne usi circa quattro chili l’anno. Tra i suggerimenti più discussi ci sono le proposte di una youtuber americana di utilizzare salviettine in cotone, lavabili, o vecchi vestiti ma l’impatto ambientale non ne trarrebbe grandi benefici a causa dei detersivi utilizzati per i ripetuti lavaggi della stoffa e lo spreco di acqua. Voi cosa ne pensate? Scrivete i vostri suggerimenti nei commenti.

Tiziana Petriglia 


 

 

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