mercoledì 8 marzo 2023

EDITORIALE – L’8 marzo non è la Festa della Donna. Oggi è la Giornata Internazionale della Donna


EDITORIALE – L’8 marzo non è la Festa della Donna. Oggi è la Giornata Internazionale della Donna

 

Una mimosa non ci salverà la vita, perché l’ultimo tentato femminicidio c’è stato ieri pomeriggio in provincia di Latina, per fortuna al momento possiamo dire che è andato "male" all’uomo che ha cercato di ucciderla, ma la donna è in gravissime condizioni. Oggi è solo l’8 marzo e si contano dall’inizio dell’anno 20 donne uccise per mano di un uomo e alla fine dell'anno mancano ancora nove mesi. Uccise ma non da un uomo qualsiasi, da un uomo che aveva promesso di amarle.

La violenza di genere è una delle principali forme di violazioni dei diritti, in tutte le società. Alla sua radice c’è una cultura patriarcale che alimenta storici divari di genere, secondo i quali la donna ricopre un ruolo inferiore all’interno della società, in ogni suo ambito. Dall’istruzione al mondo lavorativo, dalle relazioni di coppia al lavoro di cura familiare. Una visione che non contempla nessuna emancipazione della donna dai ruoli prescritti e che troppo spesso si traduce in atti di violenza psicologica o fisica. Gli episodi di violenza contro le donne avvengono principalmente, anche se non solo, nella sfera domestica. Sono nelle gran parte dei casi parenti, partner o ex partner della vittima a commetterli.

Non saranno gli auguri e neanche le scatole di cioccolatini a fermare tutto questo, comunque è bene precisare che oggi non c’è nessuna festa, oggi è la Giornata Internazionale delle Donne.

In questa Giornata celebriamo i traguardi raggiunti da donne e ragazze in tutti i settori, dovunque nel mondo. Dobbiamo riconoscere ancora gli enormi ostacoli che fronteggiano le donne, dalle ingiustizie strutturali, alla marginalizzazione e violenza, agli effetti delle crisi che le toccano principalmente alla negazione della loro autonomia personale e dei loro diritti sui propri corpi e sulle proprie vite. La discriminazione di genere, non dimentichiamolo danneggia tutti, donne, ragazze, uomini e ragazzi.

La Giornata Internazionale della Donna è un appello ad agire, agire a fianco delle donne che chiedono il rispetto dei propri diritti fondamentali pagando un alto costo personale. Agire per rafforzare la tutela contro abusi e sfruttamento sessuale, agire per accelerare la piena partecipazione e leadership delle donne.

Il tema di quest’anno della Giornata Internazionale delle Donne sottolinea il ruolo necessario di tecnologia e innovazione per far progredire l’uguaglianza di genere. La tecnologia può espandere i sentieri che conducono a istruzione e opportunità per le donne e le ragazze, ma può anche essere utilizzata per accrescere odio e abusi.  

Oggi, le donne costituiscono meno di un terzo della forza lavoro nei settori scientifico, tecnologico, ingegneristico e matematico.  Le donne costituiscono solo il 22% dei lavori dell’intelligenza artificiale a livello globale. Quando le donne sono sotto rappresentate nello sviluppo di nuove tecnologie, la discriminazione può emergere sin dall’inizio.  Un’analisi globale di 133 sistemi di intelligenza artificiale in tutti i settori ha rilevato che il 44,2% dimostra pregiudizi di genere.

L’esclusione delle donne dal mondo digitale ha comportato nell’ultimo decennio una diminuzione di mille miliardi di dollari dal PNL dei Paesi a basso e medio reddito, una perdita che potrebbe crescere fino a 1500 miliardi di dollari entro il 2025 a meno che non si agisca. 

Un sondaggio tra giornaliste donne di 125 Paese ha rilevato che il 73% ha subito violenze online durante il proprio lavoro.

Non c’è davvero nulla da festeggiare, António Guterres, segretario generale dell’Onu ci dice che l’uguaglianza di genere è ancora “a 300 anni di distanza e il patriarcato sta contrattaccando. “Ma lo facciamo anche noi”.

Non c’è nulla da festeggiare, ma molto da lottare, secondo Women in Work di PwC, che misura l’emancipazione economica femminile in 33 paesi dell’OCSE, la situazione lavorativa femminile, a seguito della pandemia, tornerà ai livelli del 2017. Le donne rappresentano il 39% dell’occupazione globale, ma il 54% della perdita di posti di lavoro complessiva.

Non c’è nulla da festeggiare se per lo stesso lavoro svolto da donna e uomo la busta paga è diversa. In media solo il 50% delle donne riesce a ottenere un mestiere retribuito, contro il 76% degli uomini, quindi per 100 euro di una donna, un uomo ne riceve 131 e se si calcola il divario retributivo nascosto, asiamo a 100 euro contro 192.

Non le voglio le mimose se in politica esistono le quote rosa e se per 1 seggio parlamentare nazionale su 4 è donna; se solo quattro Paesi hanno il 50 per cento o più di donne in parlamento in camere singole o basse, se la parità di genere negli organi legislativi nazionali non sarà raggiunta prima del 2063.

Una mimosa non cambierà nulla, non ci salverà la vita, non voglio essere ricordata solo l’8 Marzo per la Giornata Internazionale delle donne e il 25 Novembre  per la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Non c’è nulla da festeggiare, ma molto da lottare. 

Anna Ammanniti 

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