mercoledì 25 gennaio 2023

LAVORO NERO – La Guardia di Finanza di La Spezia scopre in due attività la presenza di 5 lavoratori in nero 31 irregolari


LAVORO NERO – La Guardia di Finanza di La Spezia scopre in due attività la presenza di 5 lavoratori in nero 31 irregolari

Il lavoro nero presente in Italia “produce” ben 77,8 miliardi di euro di valore aggiunto. Una piaga sociale ed economica, sottolinea l’Ufficio studi della CGIA, che, su base regionale, presenta livelli molto diversificati. 

La Lombardia, ad esempio, sebbene conti oltre 504 mila lavoratori occupati irregolarmente, è il territorio meno interessato da questo triste fenomeno: il tasso di irregolarità è pari al 10,4 per cento, mentre l’incidenza del valore aggiunto prodotto dal lavoro irregolare sul totale regionale è pari al 3,6 per cento; il tasso più basso presente nel Paese. Per contro, la situazione più critica si registra in Calabria: a fronte di “soli” 135.900 lavoratori irregolari, il tasso di irregolarità è del 22 per cento e l’incidenza dell’economia prodotta dal sommerso sul totale regionale ammonta al 9,8 per cento. Nessun’altra realtà territoriale presenta una performance così negativa.

La Guardia di Finanza di Sarzana, unitamente a personale dell'Ispettorato Territoriale del Lavoro, ha scoperto, in due distinte attività di servizio, la presenza di 5 lavoratori in nero e 31 irregolari, constatando un mancato versamento dei contributi INPS/INAIL di complessivi 118.266 euro.

I finanzieri del Comando Provinciale di La Spezia, unitamente all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di La Spezia, nel corso di una serie di controlli effettuati presso due attività operanti nel Comune di Sarzana, hanno rilevato la presenza complessiva di 5 lavoratori completamente in “nero” e 31 “irregolari”, constatando un mancato versamento dei contributi INPS/INAIL per un totale di € 118.266,00.

I militari della Compagnia di Sarzana, nell’ambito dei servizi di controllo economico del territorio ed a seguito di un’accurata attività info-investigativa e appostamenti in materia di sommerso da lavoro, hanno individuato due attività, una operante nel settore della pulizia di edifici ed un’altra nel commercio al dettaglio di prodotti non alimentari, al cui interno erano presenti un totale di 5 lavoratori in “nero” e 31 lavoratori “irregolari” gestiti rispettivamente da un titolare e da un amministratore, al fine di abbattere notevolmente i costi aziendali e praticando, in tal modo, una concorrenza sleale a danno di tutte le attività che agiscono legalmente.

Al termine dei controlli, le Fiamme Gialle e gli ispettori del lavoro hanno irrogato una “maxi sanzione” complessiva di oltre 40 mila euro per aver omesso di effettuare le preventive comunicazioni di instaurazione del rapporto di lavoro nonché di istituire il prescritto Libro Unico del Lavoro, constatando un mancato versamento dei contributi INPS/INAIL per un totale di € 118.266,00.

Il ricorso alla manodopera irregolare o “in nero”, oltre a costituire una grave violazione ai diritti della persona, cui non vengono riconosciute le più basilari tutele previste dalla legge – come ad esempio la mancanza di una copertura assicurativa in caso di infortunio – è piaga per l’intero sistema economico perché sottrae risorse all’erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e consente una competizione sleale con le imprese oneste.

Resta pertanto alta l’attenzione del Corpo nell’intera provincia, volta ad individuare tutti quei soggetti che, non attenendosi al rispetto delle regole, contribuiscono ad incrementare l’illegalità economica e la mancata tutela del personale impiegato in attività lavorativa. 

Anna Ammanniti 

 

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