martedì 6 dicembre 2022

Anagni - Adelmo Santovincenzo: orgoglio anagnino, uomo e artista che resterà nella memoria della città, il ricordo di Nello di Giulio


Anagni - Adelmo Santovincenzo: orgoglio anagnino, uomo e artista che resterà nella memoria della città, il ricordo di Nello di Giulio

“In questi giorni Anagni ha pianto lutti inammissibili. Di Adelmo Santovincenzo, che ci lascia alla veneranda età di cento anni, vogliamo trattenere la bellezza e la schiettezza del suo carattere, il senso vero dell’amicizia, la sua creatività artistica ma, nondimeno, vogliamo far tesoro della grande tenacia di fronte ai sacrifici affrontati durante la sua vita.

Egli, nato nel 1922, ha conosciuto l’Italia del primo Novecento, ha sofferto prematuramente la scomparsa del papà e, quando già adulto, il disastro della guerra mondiale. A seguire, l’orgoglio e la bellezza di aver profuso fatica e ingegno per la rinascita del Paese nei laboriosi anni della riconquistata libertà.Poi, nell’ingresso nel nuovo millennio, il compimento del suo sogno nascosto con la lavorazione del legno e la realizzazione di mobili ed opere d’arte sempre più belle e complesse. Nello spirto di Adelmo è sempre rimasto vivo negli anni un lontano apprendistato, ancora fanciullo, in una delle migliori botteghe di ebanista della città.

Una storia lunga, affascinante da scriverci un libro!

Eppure Adelmo – il nostro Cavaliere della Repubblica Adelmo Santovincenzo – non amava raccontarla facilmente o, forse, quando pensava essere “inutilmente”. Lui, sempre brillante protagonista in ogni diversa situazione di qualsiasi giornata, quasi si ammutoliva nei ricordi più lontani. Fin oltre i suoi cento anni, amava parlare sempre e solo di futuro!  Sogni da coltivare, idee da realizzare, l’esempio e l’esperienza per spronare i più giovani.

Un uomo al limite del fantastico!

Ma, tornando al suo lungo percorso di vita, quasi sorprende quanto fosse percettivamente a distinguerla in un prima e un dopo la triste guerra. Adelmo sembrava voler per sempre cancellare i ricordi di quegli anni del regime che pure rappresentavano la sua gioventù. Forse mai ne conosceremo fino in fondo le ragioni più vere ma, di certo, ii suoi occhi si illuminavano particolarmente nei racconti che partivano dalla ricostruzione post-bellica e dall’amore vissuto con l’adorata moglie Pia.

Nello Di Giulio

Una persona innamorata del fare come Adelmo, non poteva non essere “uomo di cantiere” nell’Italia che ricostruiva se stessa dopo gli anni della devastazione del conflitto mondiale.

Adelmo, nella sua partecipazione alla ricostruzione del Paese, lavorò a Montecassino dove regnava un triste cimitero di morte. Aver contribuito alla riedificazione del Monastero Benedettino valeva per lui una medaglia morale sempre ben custodita. Ma il volto di Adelmo si inorgogliva ancor di più quando raccontava di aver contribuito alla ricostruzione del nostro Ponte Miobello nel quartiere di Piscina. Un’opera ben contestualizzata accanto agli Arcazzi che, voltata con innumerevoli mattoni di cotto, avrebbe successivamente meritato accessibilità al pubblico in parallelo all’area archeologica monumentale. 

Il Ponte Miobello, il Ponte di San Giorgio rinascono in quegli stessi anni e Adelmo è sempre lì con i suoi trasporti, come pure in Toscana in Emilia e nel resto dell’Italia che risorge. Seppur con l’avanzare degli anni la sua attività si evolve trasferendosi nella più dinamica città di Colleferro, Adelmo non abbandona Anagni. Ma, soprattutto, non abbandona il sogno di realizzare nella sua campagna una piccola falegnameria dove intagliare, modellare e costruire con il legno. E il risultato è subito ben conseguito con splendide scacchiere su tavoli di varie forme e dimensioni, nonché diverse tarsie a motivi geometrici. 


Con il legno, Adelmo, torna a dialogare esprimendo in esso tutta l’energia accumulata in ottanta, novanta anni di intensa vita e, a seguire, sino a cento.

E’ un crescendo di bellissime opere con soggetti di vario tipo, tra cui quadri e altorilievi con i più amati monumenti anagnini. Ma Adelmo vuole andare oltre e alza mirabilmente la sua sfida artistica nella ricostruzione in scala volumetrica delle grandi opere ingegneristiche del mondo che più lo hanno affascinato nei suoi viaggi con l’amata consorte.

E’ il periodo della Torre di Pisa (2014) e della Torre Eiffel (2015), il periodo del Ponte di Brooklyn (2018) e, soprattutto del maestoso Colosseo (2019) con tanto di ordini di gradinate, tribuna imperiale, ingresso dei gladiatori e fossa dei leoni. Un’opera, quest’ultima, che il TGR Lazio ha voluto presentare al grande pubblico televisivo. Nell’occasione Adelmo, dall’alto della saggezza dei suoi 98 anni intensamente vissuti, raccontava alla giornalista: “per tutte le cose ci vuole passione, ma la passione ha bisogno di pazienza per ottenere risultati. Senza pazienza non si fa nulla”.

Oggi, 6 dicembre, l’addio ad un anagnino straordinario che resterà nella nostra memoria con il suo genio creativo e gli insegnamenti di vita fuori dal comune.”

Nello Di Giulio

 

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