sabato 26 novembre 2022

IL PUNTO – Per chi si sposa in chiesa 20mila euro, "proposta indecente" in uno Stato laico


IL PUNTO – Per chi si sposa in chiesa 20mila euro, "proposta indecente" in uno Stato laico

Sarebbe anche una proposta divertente se non fosse vera. Eppure sotto la sigla di “Atto Camera: 97” si può leggere la Proposta di legge “Modifiche agli articoli 16 e 16-bis del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, concernenti l’introduzione di agevolazioni fiscali e interventi per favorire l’accesso al credito per spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso” (https://www.camera.it/leg19/126?tab=1&leg=19&idDocumento=97&sede=&tipo= ).

La proposta, in avvio di legislatura, potrebbe far pensare che stiamo trattando un tema di estrema “importanza-urgenza” per la società civile, le motivazioni le possiamo leggere nell’introduzione alla proposta. Gli onorevoli firmatari lamentano la gravissima situazione che i matrimoni religiosi sono diminuiti, in termini percentuali, più di quanto siano diminuiti i matrimoni civili, i quali “avevano già mostrato in piena pandemia una variazione negativa più contenuta rispetto ai matrimoni religiosi”.

Certo che questi so’ problemi! Problemi grossi!

L’esigenza per i firmatari e di spingere i giovani a scegliere un matrimonio religioso ingolosendoli con un cospicuo bonus economico, fino a ben 20mila euro!

Un parallelismo che avrebbe fatto perdere la pazienza anche a qualche profeta (e mi pare che ci sia qualche racconto in merito a antichi mercati tenuti davanti ai templi e qualche conseguente bastonata).

In definitiva questa proposta, quale problema dovrebbe risolvere?

Tornando a leggere il testo di accompagnamento scopriamo che “Le ragioni che allontanano le giovani coppie dall’altare e che le portano a prendere in considerazione solo ed esclusivamente il matrimonio civile sono molteplici e di natura differente. Innanzitutto il matrimonio civile è di per sé una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso”.

A parte che la prima ragione è che la società moderna si sta, per fortuna, secolarizzando, quale migliore strumento ci sarebbe se non ingolosire le giovani coppie con un bonus matrimonio di ventimila euro. Ovviamente per le sole coppie che sceglieranno (per ovvia convenienza economica) di celebrare un rito magico come mero contenitore del rito civile (che è quello che ha valore civile e giuridico).

Pertanto si offre la “possibilità, a seguito del suddetto bonus, di usufruire della detrazione del 20 per cento delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso quali: ornamenti in chiesa, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti, gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il servizio di coiffeur e di make-up e, in fine, il servizio del wedding reporter”, con tanto di anglicismi nel testo depositato dai firmatari.

Tra l’altro non è neanche la prima volta che vengono queste idee, come ricorda l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalistici (di cui la presidente onoraria è stata la mia abbastanza rimpianta prof.ssa Margarita Hack!).

Nel 2011 era stato un comune campano a promettere un “premio di maritaggio” alle sole fanciulle che si sarebbero sposate solo con rito religioso e con prova di “buona condotta” rilasciata dal prete.

In tale occasione il TAR della Campagna bocciava la proposta elitaria, in quanto gli enti pubblici non possono elargire benefici “a favore di questi o quei soggetti in ragione della loro appartenenza religiosa, ponendo così un vincolo di diritto pubblico che non poteva essere superato prevedendo in un lascito privato un onere di segno contrario”, concludendo che “Resta, perciò, escluso che l’amministrazione potesse legittimamente stanziare risorse pubbliche per l’integrazione di un premio da assegnare esclusivamente in favore di cittadini di religione cattolica, né un negozio giuridico privato sarebbe stato idoneo a vincolarla in tal senso”.

Ma non serve troppa dottrina o giurisprudenza, basta prendere la meravigliosa Costituzione Repubblicana e antifascista che i Padri Costituenti ci hanno donato nel 1948, dove l’art. 3, tra i Principi Fondamentali, ci ricorda che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, aggiungendo che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini”.

Rimuoverli, non crearli.

Evelino Marchionne

Nessun commento:

Posta un commento

Ceccano (FR) – Arrestato 54enne per maltrattamenti in famiglia

Ceccano (FR) – Arrestato 54enne per maltrattamenti in famiglia  I Carabinieri della Stazione di Ceccano (Fr) hanno tratto in arresto un 54...