Anagni - Baby gang, atti vandalici ... La riflessione di una mamma "vittima"
Ieri in seguito all'articolo "Anagni – Risse e parolacce al parco vicino alla De Magistris: la testimonianza di una mamma" ho ricevuto diverse telefonate e messaggi da parte di mamme.
La loro testimonianza mi ha lasciato parecchia amarezza e un fatto in particolare, profonda preoccupazione.
Non starò qui a raccontare la vicenda nei particolari perché ci sono le indagini in corso, ma il messaggio che voglio dare è questo: “La comunità anagnina, come la società in generale sta cambiando. Le nuove generazioni sono mosse da stimoli diversi da quelli che potevano essere 10/20 anni fa. Un ragazzo oggi a 13 anni è sveglio, arguto, più attivo e integrato già da tempo nella vita quotidiana della società.
Io mi ricordo i miei 13 anni, mi vergognavo a passeggiare su viale Regina Margherita, giusto per dire.
È bene che ci sia stata questa evoluzione nella personalità e nell’integrazione con il prossimo, ma quel prossimo va rispettato. Quando da adolescente o nei primi anni della mia gioventù uscivo di casa, la mia principale preoccupazione era quella di non fare “casini” di non arrecare disturbo agli altri, perché non volevo deludere mamma e papà.
I ragazzini di oggi quando escono di casa non hanno più in mente che sono dei figli e che le loro azioni vanno a ripercuotere sui genitori, che saranno poi “etichettati” dalla società come genitori incapaci di dare educazione.
Alcune settimane fa una vicenda dai contorni molto gravi si è svolta nella nostra città. La mamma del ragazzino coinvolto mi ha telefonato ieri. Lei vuole lanciare un appello ai genitori, devono capire cosa stanno facendo i loro figli, chi frequentano. Un altro appello è nei confronti dell’amministrazione comunale, alla quale ha già mandato una lettera ma non ha ricevuto risposte. “Intensificate i controlli soprattutto nei fine settimana. Anagni ha un problema e i troppi episodi parlano chiaro. E' inutile poi fare le fiaccolate ...”
La signora lancia un appello anche alle forze dell’ordine, quello di stare vicino alla gente, di mediare, di essere un supporto.
Se non vogliamo che la nostra bellissima città diventi come quelle periferie a rischio delle metropoli, dobbiamo essere consapevoli che i nostri ragazzi sono cambiati. Saranno i telefonini nei quali gira di tutto? Saranno i vari social? Sicuramente la tecnologia ha fatto parecchio, ma la famiglia deve restare il punto di riferimento. Smettere di giustificare comportamenti incivili dei figli chiamandoli “marachelle”, insegnare il rispetto per il prossimo: Non si sporca la città, non si prende a parolacce nessuno e tantomeno gli adulti, non si bestemmia, non si fa del male agli altri. Si rispettano persone ed animali! Educazione e rispetto, solo così si può recuperare e una città nella quale sta sfuggendo la situazione dalle mani.
Il messaggio di un’altra mamma: “In quella attività danno da bere ai minori”. Un messaggio per queste attività: “Se non incassate 10 euro in quel momento non è la fine del mondo. Pensate se qualcuno servisse da bere a vostro figlio tredicenne!”
Persone che fanno notare ai genitori che i loro figli hanno tenuto comportamenti scorretti, fanno spallucce perché i loro figli “non le fanno queste cose”. Parliamo di persone anche di cultura, inserite nella società con belle reputazioni.
Le testimonianze sono tante, troppe per una città piccola. Ragazzine e ragazzine che la sera prendono d’assalto il parco vicino la scuola De Magistris. Si picchiano e si riprendono con il telefonino. Poi scappano perché la situazione sfugge di mano. Cosa fanno a mezzanotte ragazzini di 12/13 anni in giro? Perché il parco non chiude a quell’ora? Ho visto video nei quali riprendono atti vandalici.
Adesso la comunità di Anagni deve essere unita, abbiamo un problema da risolvere. I problemi non vanno via da soli facendo finta che non ci siano.
La signora protagonista del grave episodio metterà in campo iniziative, vuole aiutare i giovani a “ritrovarsi”.
Chi vuole unirsi può scrivere a
(foto prese dal web)
Anna Ammanniti


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