sabato 15 aprile 2023

STORIA - Nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 affondava il Titanic

 


STORIA - Nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912 affondava il Titanic

Il 14 aprile 1912 avvenne la tragedia più dolorosa e controversa del secolo scorso. Il Titanic, l’allora più grande e lussuoso transatlantico del mondo, partito per il suo viaggio inaugurale l’11 aprile 1912 da Southampton e mai giunto a destinazione a New York. La nave affondò in 2 ore e 40 minuti, alle 2:20 dopo aver urtato un iceberg. 

Durante l’affondamento la nave si spezzò in due tronconi prima di colare a picco trascinando con sé 1518 passeggeri. Dalla tragedia si salvarono solamente 705 persone, alcuni dei quali però morirono subito dopo il salvataggio.

L’11 aprile il Titanic intraprese il suo primo ed unico viaggio. Partito da Southampton in Inghilterra con a bordo 2223 passeggeri, fece tappa prima a Cherbourg, in Francia e poi a Cobh, in Irlanda, per poi lasciare l’Europa e navigare in mare aperto nell’Oceano Atlantico. Molte furono le cause che contribuirono a determinare l’enorme perdita di vite umane avvenuta 3 giorni dopo la partenza del Titanic, tutte attribuibili ad errori di calcolo. il Titanic, infatti, aveva intrapreso questa lunga traversata senza aver fatto tutti i collaudi, per la fretta che avevano gli armatori di battere la concorrenza. Inoltre il comandante Edward John Smith aveva dato ordine di spingere le macchine al massimo nel tentativo di attraversare l’Atlantico in tempi record. Domenica 14 aprile 1912, la stazione radio di bordo ricevette numerose segnalazioni sulla presenza di iceberg vaganti lungo la rotta. In serata nonostante il cielo limpido e la navigazione tranquilla, alle ore 23,40 le vedette, che non erano dotate di adeguati cannocchiali, avvistarono a occhio nudo un enorme iceberg dritto di prora e lanciarono l’allarme. L’ufficiale di guardia, ordinò l’indietro tutta e una virata per evitare l’ostacolo a meno di cinquecento metri di distanza ma l’elevata velocità non permise di evitare l’impatto contro la massa di ghiaccio che ne squarciò il fianco interessando sei dei sedici compartimenti stagni, due più del necessario per permettere alla nave di rimanere a galla. l’SOS venne lanciato alle 00;15 e ricevuto da molte navi, la più vicina delle quali era il Carphatia che si trovava a quattro ore di navigazione. L’acqua penetrata nei compartimenti di prua fece inclinare in avanti la nave sollevando la poppa. Questa si inclinò sempre di più fino a spezzarsi in due a causa della pressione esercitata alle estremità, non prima di aver lasciato tutti al buio. La parte di prua, più pesante, affondò subito trascinando con sé la poppa raddrizzatasi per poco. Sopravvissero solo le persone, per lo più passeggeri di prima classe, che indossavano i giubbotti di salvataggio, o avevano trovato posto sulle poche scialuppe, insufficienti per tutti. Quelli caduti in acqua, sopravvissuti all’impatto, morirono di ipotermia dato che la temperatura dell’acqua si aggirava tra gli 0° e i 2° C. Il Carpathia arrivò sul luogo del disastro alle 4,00 e trovò le scialuppe con i superstiti e il mare disseminato di corpi che galleggiavano. I macchinisti morirono tutti così come parte dell’equipaggio. La prima notizia dell’affondamento uscì sui quotidiani di Belfast il 16 aprile 1912. La tragedia vive ancora oggi nei cuori degli irlandesi, nei cortili della Belfast City Hall si trova una statua che ricorda i defunti del Titanic. La nave trasportava infatti moltissimi irlandesi che viaggiavano in terza classe, desiderosi di ricominciare una nuova vita in America.Un viaggio della speranza come accade oggi quotidianamente nel Mediterraneo.
Tiziana Petriglia

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