giovedì 8 dicembre 2022

Angolo dei Poeti – Clandestino di Fabio Giardinetti


Angolo dei Poeti – Clandestino di Fabio Giardinetti
 

"Mi chiamo Fabio Giardinetti, sono di Roma e lavoro come archivista presso un Archivio Storico del Vaticano. Dal 2021 gestisco, insieme al poeta e amico, Emiliano Scorzoni, il progetto “Contaminazioni poetiche” e sono, orgogliosamente, membro della Nazionale Italiana Poeti.

All’età di 14 anni ha cominciato a scrivere canzoni e, parallelamente, ha mosso iprimi passi nel mondo della poesia. Fino all’età di 25 anni circa ho fatto il musicista, occupandomi spesso anche della stesura dei testi. Abbandonando il mondo della musica, ho cominciato a portare avanti la passione per la poesia e per altre forme di comunicazione letteraria, come il racconto breve e il saggio.


Negli anni ‘90 ho gestito, insieme al cantautore Massimiliano D’Ambrosio, lo spazio denominato “Folkstudio Giovani”, all’interno dell’omonimo Storico locale della capitale. Ho collaborato, in maniera estemporanea, con varie riviste e quotidiani, tra cui ricordo con piacere “Idea”, “L’Altro” e “LOOP”. Sono co-fondatore di AVITA Onlus, Associazione Volontari Isola Tiberina per l’Africa, istituita nel 2003 e operante, in ambito sanitario e sociale, nei territori dell’Africa occidentale, in particolar modo in Togo e dell’A.P.S. Genitori per la Scuola – Associazione Genitori Scuole Municipio 8 Roma, dal 2019. Sono stato Consulente di Giunta per Scuola e Genitorialità nel Municipio VIII – Roma, dal 2019 al 2021.

Negli ultimi anni, dopo una lunga parentesi dedicata all’impegno politico e al mondo della scuola, ho ripreso parte del materiale accantonato e ricominciato a scrivere, pubblicando un quaderno emozionale, dal titolo “Più che ricordi”. Nel mese di ottobre è uscita la mia silloge poetica, intitolata “Districanti” per “L’Inedito Edizioni”, da cui è tratta la poesia “Clandestino”, che ho deciso di proporre per questa occasione.”

 

Clandestino

Vivo da solo, evitando i mezzi pubblici
e ascolto la radio per fuggire le immagini;
perché le tragedie mi abitano accanto.
Il mio vicino di casa è morto in quella parvenza di visioni che chiamava casa,
disperso tra gli sguardi della gente.
Io per ora mi salvo...ho deciso di indossare occhiali scuri.
Vorrei evitare il cordoglio di una notte e canto,
distratto dalla profondità di un tronco senza vita.
Eppure da oggi mi sento più sicuro,
la certezza è nella pena di un'eterna transumanza.
hai deciso così, come se le mie vene non possano garantirti la vita;
come se la mia pelle portasse scandalo alle tue illusioni.
Anche tu da oggi ti senti più sicuro, ma stammi lontano.
Hai deciso di abbracciare l'infamia, a me resta la clandestinità.

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